C'è ancora spazio per la crescita? (Gruppo Pistoia)

1) Quali sono gli elementi di crisi, sul piano delle risorse, della contaminazione ambientale, delle disparità sociali, che mettono in crisi la crescita?

Causa principale della crisi è la mancanza di consapevolezza dell’interdipendenza. La Terra fornisce per la sopravvivenza degli esseri umani cibo, acqua, aria, legno, minerali, etc………, una maggiore consapevolezza dell’importanza di quanto sopra, ci dovrebbe portare al rispetto di ogni forma di vita sul nostro pianeta che sia animata o inanimata.  La crisi è emersa perché il modello di crescita infinita non può essere applicabile ad un sistema finito è la Terra è un sistema finito.
La crisi dell’ambiente è dovuta principalmente all’uso intensivo delle risorse non rinnovabili la più importante delle quali è l’acqua potabile che diventa sempre più un lusso  quasi inaccessibile per almeno metà popolazione mondiale per scarsità di erogazione, per inquinamento delle falde o per desertificazione dovuta principalmente alla deforestazione selvaggia. Tutto questo oltre che impoverire sempre più il pianeta su cui viviamo, aggredisce e mina in modo massivo anche la nostra salute. Negli ultimi vent’anni sono cresciuti a dismisura malattie degenerative che portano nel 80% dei casi a mortalità.
 La disparità sociale è dovuta alla mancanza di equilibrio a livello economico (pochi ricchi a fronte di molti poveri). Dagli anni ’60, anni del boom economico, il sistema dirigenziale ha creato tutta una serie di specchietti per le allodole che a poco a poco ci ha portato all’impoverimento, principalmente economico, visto che tutto si basa sulla quantità di ricchezza monetaria a cui possiamo accedere. Le banche, dalla vista molto aquilina, hanno saputo sfruttare i bisogni della gente comune (la casa di proprietà, l’automobile, le vacanze, ecc…..), per creare quell’indebitamento che gli avrebbe permesso il totale controllo sull’economia globale.  

 

2) Le fonti rinnovabili potranno fornirci la stessa energia che ci hanno fornito i combustibili fossili? L'efficienza potrà bastare a sopperire la riduzione energetica e la scarsità di risorse prossime venture? Anche se avessimo energia in abbondanza gli altri aspetti (risorse e rifiuti) consentono l'espansione ad oltranza di produzione e consumi?

Previa ricerca le fonti rinnovabili possono fornirci l’energia di cui abbiamo bisogno tenendo ben presente che l’energia risparmiata è quella che costa meno. Occorre quindi mettere in atto tecnologie, stili di vita, processi, politiche di stimolo volte al risparmio energetico. L’espansione a oltranza, anche se abbiamo energia a sufficienza, non è possibile; molti servizi che la terra ci fornisce per consentirci di vivere (filtraggio acque, produzione cibo, riparo etc,) non sono riproducibili con l’energia.

 

3) Quale politica di utilizzo dei combustibili fossili residui in un ottica di transizione energetica e di riduzione della CO2?

In primo luogo utilizzare i combustibili fossili per produrre tecnologie per trarre energia da risorse rinnovabili, non dimentichiamoci che quasi tutti i combustibili fossili sono in via di esaurimento e che se continuiamo ad usarli come abbiamo fatto fino ad ora, tra qualche anno, non dovremo più preoccuparci ne di come utilizzarli ne di altro. Soprattutto non illudiamoci che abbiamo ancora da 10 o 40 anni di autonomia, il problema non è quanto combustibile ci rimane bensì come poter aiutare il pianeta Terra a guarire. In secondo luogo, usare il petrolio per manufatti di pregio e limitare l’uso del petrolio per il trasporto favorendo mezzi pubblici, uso della bicicletta, car pooling etc.

 

4) Quali settori produttivi privilegiare, ridimensionare, trasformare, in un'ottica di sostenibilità?

Privilegiare le Ecoindustrie ( definizione Eurostat: attività dirette alla produzione di beni e servizi che “misurano, prevengono, limitano, riducono e correggono i danni ambientali causati all’acqua, all’aria e alla terra così come i problemi legati ai rifiuti, all’inquinamento acustico e più in generale all’eco-sistema”).
Privilegiati le riparazioni (elettrodomestici, automobili, utensili, giocattoli, computers, macchinari, etc…….) mediante lo spostamento delle persone dalla produzione (normalmente centralizzata) alla riparazione locale.  Questa modalità permette di diminuire il pendolarismo, i rifiuti e l’utilizzo di materie prime.
Da privilegiare anche la produzione agricola locale con sistemi e incentivi rivolti soprattutto ai giovani, utilizzando metodi a basso impatto ambientale (biologica, sinergica, biodinamica, etc……).
Si dovrebbero ridimensionare i sistemi di vendita, eliminando i passaggi intermedi (produttore, grossista, distributore, magazzini centralizzati, dettaglio, consumatore) e favorendo il contatto fra produttore e consumatore soprattutto locali (km.0).
Ridimensionare il settore automobilistico.
Trasformare il settore pubblico
Riconvertire le industrie inquinanti o che producono prodotti inquinanti

 

5) Quali ambiti di consumo dovranno subire i ridimensionamenti e le trasformazioni più marcate in un'ottica di sostenibilità?

Combustibili fossili, acqua potabile, elettricità, legname, occupazione suolo, beni di lusso, alta moda,  sono i principali ambiti che necessitano di un ridimensionamento .

 

6) Quali sfide sociali si aprono in uno scenario economico non più basato sulla crescita di produzione e consumi?

Occorre anzitutto essere consapevoli che una economia diversa imporrà anche stili di vita diversi ai quali bisogna prepararsi, occorre passare da un atteggiamento di consumismo ad un atteggiamento di sobrietà, citando Bauman “ Emancipazione come premessa per uscire dalla tirannia di questa società consumistica che mette a rischio l’intera biosfera”.
 Le sfide più importanti sono: riprenderci la nostra capacità di decidere senza imboccamenti o coercizioni. Uscire fuori dall’annichilimento impostoci dai media e dal consumismo per riprenderci la nostra vita. Riprendere il controllo sulla nostra salute. Dare ai nostri figli la possibilità di un’istruzione non di parte. Come suggerisce il seminario indetto dalla Tavola della pace di quest’anno  “Abbiamo bisogno di un’altra cultura!” Promuovere, quindi, una nuova scala di valori sostituendo la cultura della violenza e della guerra con la cultura della pace dei diritti umani e della nonviolenza, sostituendo l'esclusione con l'accoglienza, l’intolleranza con il dialogo, il razzismo con il riconoscimento dell’altro, l’egoismo con la solidarietà, l’illegalità con la legalità, la separazione con la condivisione, l'arricchimento con la giustizia sociale, la competizione selvaggia con la cooperazione .