C'è ancora spazio per la crescita? (Gruppo Cremona)

1) Quali sono gli elementi di crisi, sul piano delle risorse, della contaminazione ambientale, delle disparità sociali, che mettono in crisi la crescita?

L'insostenibilità della crescita economica infinita, fondata sul continuo aumento del consumo di beni materiali/servizi, discende dai seguenti dati di fatto:

  • la biosfera è fisicamente limitata;
  • il progresso tecnologico non ci consente di risolvere tutti i limiti della biosfera;
  • le potenzialità del progresso tecnologico sono limitate dalle leggi della "fisica";
  • i benefici del progresso tecnologico sono sistematicamente vanificati dalla più rapida crescita dei consumi;
  • la continua crescita dei consumi presuppone l'infelicità delle persone.

Basta guardare un'immagine della terra dallo spazio per convincersi, se ce ne fosse ancora bisogno, che viviamo su un pianeta fisicamente limitato. In particolare, risultano limitate le risorse che la biosfera ci mette a disposizione e la sua capacità di degradare le sostanze inquinanti che produciamo.
Il progresso tecnologico non ci consente di risolvere tutti i limiti della biosfera. Supponiamo, ad esempio, che con la fusione nucleare controllata si riesca a risolvere il problema dell'approvvigionamento energetico(1) per tempi lunghissimi e con un modesto impatto ambientale. Rimarrebbe comunque almeno un limite irrisolvibile ad impedire la crescita materiale continua dell'umanità: la limitatezza del suolo disponibile per abitare e sfamarci.
Il progresso tecnologico e lo sfruttamento delle risorse primarie (energia e materia) devono rispettare alcuni vincoli posti dalle leggi della "fisica", tra i quali vale la pena di ricordare i seguenti di validità generale:

  1. quanto maggiore è l'efficienza di una tecnologia, tanto più oneroso risulta, in termini di tempo e sforzo di ricerca e di investimenti necessari, aumentarla ulteriormente ed il miglioramento diviene sempre più marginale;
  2. quanto più una risorsa primaria diviene scarsa, tanto più oneroso risulta, in termini tecnologici, energetici, ambientali ed economici l'utilizzo della sua quantità residua.
  3. le attività materiali umane comportano il degrado di energia e materia da una forma utile ad una che non ha più interesse pratico.

Il primo vincolo fisico si applica, ad esempio, alla conversione di calore in energia elettrica all'interno delle centrali nucleari, a carbone, a gas naturale, a olio combustibile, a biomassa, a biogas e solari termodinamiche, che producono la stragrande maggioranza dell'energia elettrica che utilizziamo.

La Figura 1 mostra come cresce la frazione dell'energia termica idealmente trasformabile in energia elettrica al crescere della temperatura massima del ciclo di conversione. Notiamo che, se aumentiamo tale temperatura di 200 °C da 200 a 400 °C, il rendimento cresce di quasi 20 punti percentuali, salendo dal 39 al 57% (da A a B). Se aumentiamo la temperatura ancora di 200 °C, ma stavolta partendo da 1400 °C, il rendimento sale di soli 2 punti percentuali, passando dall'83 all'85% (da C a D)! E mentre l'aumento da 200 a 400 °C non comporta grossi problemi, lo sviluppo di materiali e tecnologie in grado di resistere a temperature superiori a 1400 °C richiede molti anni di ricerca e forti investimenti.

Come s'intuisce dall'esempio proposto, nel progressivo affinamento di una tecnologia si arriva ad un punto in cui l'ulteriore miglioramento è talmente oneroso e da luogo a benefici così marginali da risultare privo d'interesse pratico. A quel punto, o ci si accontenta del livello d'efficienza raggiunto, oppure, qualora sia possibile, si sviluppano tecnologie diverse in grado di realizzare la stessa funzione con un'efficienza maggiore e/o utilizzando fonti primarie d'energia/materia differenti, meno scarse. Spesso le tecnologie sostitutive sono più complesse di quelle sostituite e richiedono lunghi tempi di messa a punto ed ingenti investimenti. Ne sono un esempio i numerosi decenni di forti investimenti in ricerca e sviluppo che molti Paesi stanno sostenendo nella speranza di sostituire l'attuale produzione termoelettrica da combustibili fossili e da fissione nucleare con la fusione nucleare controllata.

Come esempio della crescente onerosità dell'utilizzo di una risorsa sempre più scarsa, la Figura 2 mostra le tonnellate di materiale che è necessario estrarre da una miniera per produrre una tonnellata di minerale, in funzione della sua percentuale nel giacimento. Se quest'ultima è pari al 20%, per 1 tonnellata (t) di minerale è necessario estrarre 5 t di materiale, valore che sale a 20 t per un a percentuale del 5% ed a 100 t per una dell'1%! L'aumento del quantitativo di materiale da estrarre determina un parallelo aumento dell'impatto ambientale ed energetico della produzione del minerale, nonché del suo prezzo.
Come s'intuisce dall'esempio proposto, nello sfruttamento di una risorsa primaria (energia o materia) si arriva ad un punto in cui lo sfruttamento della quantità residua è così oneroso da renderlo privo di interesse pratico. A quel punto, o se ne fa a meno, oppure, se possibile, si cerca di riciclare la risorsa già utilizzata e circolante o la si sostituisce con una risorsa primaria differente, utilizzabile per lo stesso scopo e meno scarsa. In ogni caso, le risorse primarie materiali presenti nella biosfera sono limitate in numero ed in quantità, anche quelle rinnovabili. Inoltre, quantomeno per le sostanze non rinnovabili ma comunque riciclabili (ad
esempio i metalli ma non i combustibili fossili), non è possibile riciclare il 100% della materia inizialmente disponibile: una parte diviene comunque inutilizzabile perché si disperde nell'ambiente a causa degli attriti(2) o perché non risulta completamente separabile dalle altre sostanze con le quali è mescolata. Quindi, sia pur su tempi lunghi, il riciclaggio non risolve il problema della scarsità di una risorsa non rinnovabile ma riciclabile, che gradualmente passa da una forma utile (concentrata in giacimenti) ad una di inutilità pratica (dispersa nell'ambiente).

Per inciso, al momento siamo ben lontani dal riuscire a riciclare tutte le sostanze componenti i beni materiali complessi, per la difficoltà tecnica ed economica di separare e recuperare per la medesima funzione i diversi materiali componenti(3). Inoltre, neppure la pratica di aggiustare un oggetto rotto, doverosa(4) come quella del riciclaggio, è in grado di allungare all'infinito la vita dell'oggetto. Ad oggi siamo dunque lontani dal poter fare completamente a meno di inceneritori e discariche senza ritornare alla tipologia di beni materiali consumati nella "civiltà pre-industriale"(5). Sarebbe utile tenerlo presente prima di sostenere la sindrome di Nimby(6) per discariche ed inceneritori, che rischia di tradursi semplicemente nello spostamento degli impatti

ambientali a casa di chi riesce meno a far sentire la sua voce o che è disposto a subire di tutto a causa delle sue condizioni di estrema miseria(7,8).
In sintesi, a causa di vincoli o limiti derivanti da leggi della "fisica", in generale l'affinamento tecnologico e la sostituzione di una tecnologia o di una risorsa primaria con un'altra risulta sempre più complessa, onerosa e richiede tempi di messa a punto sempre più lunghi, mentre sempre più breve è il tempo disponibile per tentare di tamponare gli effetti collaterali dell'incalzante crescita dei consumi di beni materiali/servizi.

 

Il progresso tecnologico è un frutto poliedrico dell'intelligenza umana. Infatti, se da una lato è in grado di attenuare alcune componenti della pressione dell'umanità sulla biosfera, dall'altro produce anche effetti collaterali, spesso difficilmente prevedibili a priori, ed induce esso stesso un aumento dei consumi, contribuendo ad incrementare l'impatto dell'umanità sulla biosfera.
A titolo d'esempio, in ambito energetico tra i numerosi effetti benefici dell'affinamento tecnologico si può citare la forte riduzione delle emissioni di NOx, SOx e polveri per unità di energia elettrica prodotta dalle centrali termoelettriche a combustibili fossili e biomasse. Tra gli effetti collaterali, invece, si può ad esempio ricordare che l'introduzione del piombo nelle benzine allo scopo di migliorare le prestazioni dei motori ha diffuso ovunque una sostanza altamente tossica. Per correre ai ripari, si è da poco sostituito il piombo aumentando il contenuto di benzene, sostanza cancerogena….
Il progresso tecnologico stimola intrinsecamente la continua crescita dei consumi finali, perché:

  • continua a sfornare nuovi beni materiali, come ad esempio l'automobile e l'aereo, che sono indubbiamente utili e per questo difficilmente rinunciabili, anche se spesso il loro utilizzo di massa si rivela insostenibile per la biosfera;
  • l'affinamento della tecnica induce l'obsolescenza tecnologica di molti beni materiali, incentivando una loro rapida sostituzione, con conseguente produzione di crescenti quantità di rifiuti e consumo di risorse primarie. Un esempio eclatante è costituito dal settore dell'elettronica.

D'altro canto, la crescita dei consumi sostiene il progresso tecnologico, creando le risorse economiche necessarie per finanziarlo. E' dunque probabile che abbandonando la logica della crescita continua il progresso tecnologico subirebbe un forte rallentamento. La storia pregressa mostra chiaramente che la vertiginosa crescita dei consumi finali (beni materiali/servizi) che si è verificata dalla rivoluzione industriale ad oggi ha completamente vanificato i benefici del pur strabiliante progresso tecnologico occorso. Più precisamente, l'aumento dei consumi finali ha più che controbilanciato la riduzione delle risorse primarie (energia e materia) necessarie per produrre un'unità di prodotto finale, provocando un forte incremento del consumo di risorse primarie. In generale, ciò è accaduto perché la maggiore efficienza nella produzione di un prodotto ne ha ridotto il prezzo, favorendone un
maggior utilizzo e lasciando nel contempo a disposizione denaro che è stato sistematicamente speso nel consumo di nuovi prodotti/servizi a maggiore intensità energetica e/o materiale, garantendo la crescita dell'economia nel suo complesso.
Ad esempio, grazie alla maggiore efficienza energetica degli elettrodomestici e dell'illuminazione domestica una famiglia può ridurre i suoi consumi d'energia e, di conseguenza, la sua bolletta energetica(9). Tuttavia, se decide di spendere i soldi così risparmiati in voli "low cost" verso gettonate mete turistiche, i benefici della maggiore efficienza energetica vengono semplicemente spazzati via dall'utilizzo di un mezzo di trasporto insostenibilmente energivoro quale l'aereo. Per dare un'idea degli ordini di grandezza, si tenga presente che è necessario utilizzare circa 6000 ore una lampadina a risparmio energetico da 20 W in sostituzione di una ad incandescenza da 100 W per risparmiare l'energia consumata per passeggero (e la CO2 emessa) durante un volo di 4 ore.
Sempre a titolo d'esempio, si ricorda che nel corso di un secolo l'efficienza di conversione dei combustibili fossili in energia meccanica ed elettrica è cresciuta da pochi punti percentuali al 60% dei più moderni cicli combinati. Ciò non ha prodotto una riduzione del consumo dei combustibili fossili, bensì un suo vertiginoso aumento. La maggiore economicità ed abbondanza dell'energia meccanica/elettrica disponibile ha favorito il suo impiego in un crescente numero di ambiti della tecnica, stimolando una crescita dell'economia nel suo insieme, con la creazione di interi nuovi settori energivori. Ciò ha rilanciato il consumo di fonti fossili in una continua spirale autoaccrescitiva.
Ultimamente, poi, da un lato si continua a sottolineare la necessità di essere più efficienti, mentre dall'altro si sostiene la crescita dei consumi incentivando lo spreco, con rottamazioni di prodotti poco utilizzati(10), progettando volutamente i beni durevoli  affinché, in barba al loro nome, durino il meno possibile, inducendo con le mode una sostituzione forzata dei prodotti già in circolazione. Oltre a dimostrare la crescente ipocrisia della nostra società, questo immenso spreco forzato di risorse non fa altro che aggravare la già cronicamente insufficiente rapidità del progresso tecnologico.
La realtà quotidiana e la storia pregressa dimostrano dunque che la sola efficienza non rende affatto l'umanità sostenibile da un punto di vista energetico-materiale ed ambientale. L'efficienza deve essere necessariamente integrata dalla sufficienza o sobrietà o, meglio ancora, essenzialità di vita, cioè dalla capacità di accontentarsi da un punto di vista materiale, autolimitando la propria libertà di scelta a favore del reale benessere dell'intera umanità (il tanto citato "bene comune"). Su questo pianeta fisicamente limitato la libertà di scelta materiale della singola persona non può essere illimitata né tanto meno disgiunta dalla responsabilità.
La sufficienza è l'antitesi della logica del continuo aumento dei consumi materiali.
La crescita economica infinita, fondata sul continuo aumento del consumo di beni materiali, risulta insostenibile anche da un punto di vista esistenziale e sociale.
In antitesi a quanto abilmente sostengono le mistificazioni operate dalle campagne pubblicitarie, la continua crescita dei consumi si fonda sulla nostra infelicità o non appagamento materiale, che è la molla che ci induce a comperare. La teoria economica dominante considera i consumatori alla stregua di porcellini mai sazi, la cui voracità viene continuamente attizzata dall'induzione ed esasperazione di nuovi bisogni materiali. La crescita dei consumi sembrerebbe dar ragione alla teorica economica; eppure, il malessere esistenziale che deriva dall'impossibilità di far sussistere il senso della vita nel consumo materiale, sfocia sempre più frequentemente in comportamenti distruttivi o autodistruttivi, particolarmente osservabili nelle nuove generazioni, ma intravedibili anche dietro alcuni fatti di cronaca nera troppo spesso frettolosamente catalogati come semplici "raptus".
Per di più, la corazzata pubblicitaria è un formidabile mezzo di diseducazione di massa. Nella foga di spingere i consumi non bada, infatti, a spese: dai doppi sensi ai dettagli delle grazie femminili (che non si sa più se sono di carne o di altri più moderni materiali), dalle più inverosimili suggestioni (si vedano, ad esempio, le pubblicità dei SUV ma anche quelle dei prodotti elettronici) al credito al consumo ed alle più strabilianti promozioni. Queste ultime, in particolare, sono semplicemente diaboliche, poiché prima creano la dipendenza dal bene materiale/servizio nel periodo in cui è fornito gratis, promuovendone un uso scriteriato, per poi rifarsi della dipendenza al termine del periodo gratuito. Insieme alle lotterie e "gratta e vinci" di ogni tipo, che spuntano come funghi, contribuiscono efficacemente a creare una generazione di persone furbe e smaliziate, che sognano di vivere con i soldi degli altri e non si preoccupano delle conseguenze sistemiche delle loro azioni. Questi stimoli negativi, opportunamente conditi con altri martellati dai mezzi di comunicazione di massa, creano quel brodo di coltura che rammollisce le coscienze, sopisce il senso critico, deresponsabilizza, appiattisce sull'egoismo individuale e sull'istintività primitiva, innescando un circolo vizioso al ribasso che travolge tutti, dal semplice cittadino al più potente dei governanti.
Questo gioco al ribasso accade mentre la rapidamente crescente complessità della realtà richiederebbe un diffuso senso di maturità e responsabilità, la capacità di ridimensionare il proprio egoismo individuale, attualmente eletto a giuda del sistema economico e quindi dell'intera società, a favore del tanto citato "bene comune". Il risultato è un'umanità sempre più inadeguata a comprendere e gestire la complessità della realtà che essa stessa costruisce e che rischia di travolgerla.
L'insostenibilità della continua crescita dei consumi emerge anche dalle conseguenze della crescente polarizzazione della ricchezza tra Nord e Sud del Mondo. Pur non pretendendo di giustificare qualunque flusso migratorio in atto dal Sud verso il Nord del Mondo, appare evidente che in molti casi si tratta di una fuga dalla miseria e dalla guerra verso anche solo un miraggio di una vita migliore. Proprio perché le risorse primarie sono limitate ed il progresso tecnologico non opera miracoli, la crescita economica dei nostri Paesi "industrializzati" è avvenuta e sta avvenendo a scapito della rimanente fetta di umanità, che continuiamo a saccheggiare di materie prime ed utilizzare come discarica dei nostri rifiuti, alimentando la corruzione dei
governanti locali e la miseria, fornendo armi che alimentano guerre interne. Ma questo è tutt'altro che privo di conseguenze per noi, poiché mette in moto imponenti flussi migratori che importano nei nostri Paesi le conseguenze remote del nostro vivere al di sopra di quanto sarebbe compatibile con un'equa distribuzione delle risorse.

 

 

2) Le fonti rinnovabili potranno fornirci la stessa energia che ci hanno fornito i combustibili fossili? L'efficienza potrà bastare a sopperire la riduzione energetica e la scarsità di risorse prossime venture? Anche se avessimo energia in abbondanza gli altri aspetti (risorse e rifiuti) consentono l'espansione ad oltranza di produzione e consumi?

Il potenziale energetico teorico delle fonti rinnovabili (solare diretto (termodinamico e fotovoltaico), solare indiretto (eolico, idroelettrico, biomasse), geotermico, maree) è enorme. Sul lungo periodo, tali fonti potrebbero fornire all'umanità anche più energia termica, meccanica ed elettrica di quella che attualmente ricaviamo dai combustibili fossili, ma resta da capire se con la stessa qualità ed affidabilità di fornitura cui siamo oggi abituati e con quale impatto ambientale.
Prima di allora dovranno però essere risolti numerosi problemi tecnici. Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, il principale problema è probabilmente quello della discontinua presenza del sole e del vento, che rende al momento difficile allacciare alla rete elettrica una significativa potenza da tali fonti senza creare problemi di stabilità della rete stessa e di qualità ed affidabilità della fornitura elettrica alle utenze finali.
Supponendo idealmente di avere un sistema elettrico alimentato dalle sole fonti rinnovabili, ipotesi la cui reale fattibilità è tutta da dimostrare, sarebbe necessario sviluppare efficaci sistemi di accumulo di enormi quantità di energia da utilizzare quando le fonti non sono disponibili o sufficienti. Attualmente, l'unica tecnologia in grado di accumulare efficacemente ingenti quantitativi d'energia è quella delle centrali idroelettriche di pompaggio(11), il cui impatto ambientale è evidente.
L'intensità media e la regolarità del vento, a differenza di quelle della radiazione solare, variano sensibilmente sul territorio(12). Sarebbe dunque necessario un potenziamento della rete elettrica in alta tensione per trasportare l'energia eolica prodotta nelle  zone più ventose alle utenze finali, distribuite sul territorio. La medesima rete servirebbe inoltre per trasportare l'energia elettrica prodotta da grandi centrali solari termodinamiche, collocate in aree aride o desertiche sia per massimizzare la risorsa solare sia per smorzarne l'impatto ambientale.
Nel contempo andrebbe sviluppato un sistema di reti locali intelligenti ("Smart Grids"), così da integrare la generazione elettrica da grandi centrali solari termodinamiche, eoliche, idroelettriche, a biomassa, e geotermiche con la piccola generazione distribuita da solare fotovoltaico ed idroelettrico. Ovviamente, il potenziamento della rete elettrica e la realizzazione di sistemi di accumulo di energia di grande capacità hanno un impatto ambientale. Lo stesso dicasi per la generazione da fonti rinnovabili.
Si pensi ad esempio all'impatto socio-ambientale della diga delle Tre Gole in Cina e di altre enormi dighe che si potrebbero realizzare ed alle grandi superfici necessarie per captare una significativa quantità di energia solare diretta (termodinamico, fotovoltaico) o indiretta (eolico e biomasse), a causa della sua bassa densità territoriale. A questo proposito, si consideri questo confronto indicativo: un reattore nucleare da 1600 MWe che funziona 8000 ore l'anno alla potenza nominale genera indicativamente la stessa energia elettrica di

  • 2000 grandi turbine eoliche poste in aree ventose,
  • 75 km2 (un quadrato di poco meno di 9 km di lato) tappezzati di pannelli fotovoltaici,
  • 5000 km2 coltivati a biomasse legnose (un quadrato di circa 70 km di lato).

L'utilizzo delle biomasse per la produzione di energia elettrica o di biocarburanti può essere in generale una buona opportunità energetica nel caso di biomasse già disponibili perché residuanti da altri processi (es. lavorazione del legno, scarti di potatura ecc.), mentre la sua sostenibilità a lungo termine è da dimostrare nel caso di coltivazioni dedicate; in alcuni casi, come quello del biodiesel prodotto dall'olio di palma, è dimostrata l'assoluta insostenibilità della filiera biomassa-energia.

In conclusione, anche lo sfruttamento delle fonti rinnovabili implica un impatto ambientale la cui entità varia da caso a caso, un notevole sforzo tecnologico di ricerca e sviluppo ed un onere economico non indifferente finché le tecnologie dovranno essere incentivate (si veda il caso del "Conto Energia", che incentiva il fotovoltaico).
E' dunque semplicemente stupido sostenere tali sforzi ed oneri vanificando nel contempo il contributo da fonti rinnovabili con il continuo e più rapido aumento dei consumi finali d'energia.

 

 

3) Quale politica di utilizzo dei combustibili fossili residui in un ottica di transizione energetica e di riduzione della CO2?

Personalmente ritengo preferibile privilegiare l'utilizzo dei combustibili fossili nella generazione di energia elettrica e nella produzione di carburanti per i trasporti(13). Nei climi temperati, infatti, il riscaldamento degli edifici può essere efficientemente realizzato con pompe di calore, preferibilmente geotermiche, che funzionano con energia elettrica. Inoltre, in molte zone del mondo, i pannelli solari per produrre acqua calda possono convenientemente essere utilizzati per la produzione di acqua calda sanitaria e per il riscaldamento degli ambienti, seppur integrati da fonte fossile per compensare la discontinuità della risorsa
solare e le ampie superfici di captazione necessarie, non sempre disponibili. Infine, alcuni accorgimenti nel campo dell'edilizia consentono di ridurre la necessità di riscaldamento degli edifici.
Per quanto riguarda la generazione elettrica, è preferibile impiegare i combustibili fossili in grandi centrali termoelettriche, così da massimizzare l'efficienza di conversone elettrica (effetto di scala sulle prestazioni delle macchine), minimizzare le emissioni inquinanti globali (maggiore rendimento elettrico, maggiore efficienza dei sistemi di depurazione dei fumi e dispersione di questi ultimi ad una quota ben superiore, con maggiore diluizione in atmosfera) e consentire il sequestro della CO2(14).
Per massimizzare lo sfruttamento energetico dei combustibili fossili si potrebbero poi realizzare reti di teleriscaldamento(15) per tutte quelle centrali che sorgono non troppo lontano da centri abitati o importanti complessi industriali con una significativa richiesta di energia termica (o, al limite, anche frigorifera).
Considerate le tecnologie attualmente disponibili, la generazione elettrica da fonte fossile è un settore della tecnica per il quale "piccolo e locale" non è la soluzione migliore. Se infatti la generazione elettrica presso le singole abitazioni consentirebbe di evitare le perdite di trasporto dell'energia elettrica sulla rete(16) e di sfruttare l'energia termica cogenerata per il riscaldamento degli edifici, è anche vero che le macchine impiegate avrebbero un'efficienza elettrica inferiore e produrrebbero più inquinanti in prossimità del suolo. Inoltre, nei climi temperati l'energia termica cogenerata con quella elettrica verrebbe utilizzata per il
riscaldamento degli edifici un limitato numero di mesi l'anno. Negli altri mesi, si utilizzerebbe solo l'energia elettrica prodotta con un rendimento modesto.
Per gli innumerevoli utilizzi del greggio alternativi alla sua conversione energetica (es. industria chimica) e la grande densità energetica volumetrica dei carburanti da esso derivati, converrebbe minimizzare la quantità di greggio e derivati impiegata per riscaldamento e per produrre energia meccanica/elettrica, concentrandosi sul gas naturale, che è il combustibile con minori emissioni e convertibile in energia elettrica con il più alto rendimento, e sul carbone (con sequestro della CO2). Ovviamente tutto quanto detto prescinde da considerazioni economiche e di diversificazione dell'approvvigionamento energetico.

In ogni caso, per quanto precedentemente spiegato, non ha senso parlare di utilizzo razionale delle risorse fossili rimanenti se prima non si fuoriesce dalla logica del continuo aumento dei consumi.

 

 

4-5) Quali settori produttivi privilegiare, ridimensionare, trasformare, in un'ottica di sostenibilità? Quali ambiti di consumo dovranno subire i ridimensionamenti e le trasformazioni più marcate in un'ottica di sostenibilità?

In TUTTI i settori produttivi va sradicata la pretesa di aumentare continuamente la produzione e vendita di beni materiali/servizi per incrementare l'utile economico, perché, come precedentemente argomentato, è una volontà insostenibile. Nell'utilizzo di QUALUNQUE bene materiale/servizio deve applicarsi la sufficienza o moderazione o sobrietà, condizione necessaria per la nostra reale sostenibilità. I beni materiali/servizi superflui e/o dannosi per il "bene comune" vanno eliminati(17).
Aggiungo qualche altra considerazione, naturalmente non esaustiva.
In primo luogo è necessario un drastico ridimensionamento ed una forte regolamentazione del più importante stimolo al consumo: la pubblicità. Al più si potrebbero tollerare le sole pubblicità che illustrino in termini comparativi le funzionalità di beni materiali/servizi strettamente necessari, vietando qualunque ricorso a suggestioni, messaggi subliminali e/o diseducativi(18). Si potrebbe forse introdurre la pubblicità delle "buone pratiche", anche se penso che sia molto più convincente l'esempio di chi le mette in atto, dimostrandone la reale fattibilità.
Oltre al drastico ridimensionamento della pubblicità, dai mezzi di comunicazione di massa, diventati mezzi di diseducazione di massa, andrebbe rimossa la maggior parte dei contenuti attuali, che nuocciono al benessere dei singoli e della collettività. Andrebbero invece potenziati i contenuti realmente formativi ed utili allo sviluppo del senso critico delle persone.
Andrebbero eliminate scommesse e lotterie di ogni tipo, a partire da quelle gestite, vergognosamente, dallo Stato. Il settore del divertimento andrebbe ridimensionato e risanato nelle forme di svago(19). Anche il settore del turismo, in particolare quello che comporta spostamenti in aereo, andrebbe ridimensionato(20). Ciò risulterebbe, forse, più accettabile se le città non fossero state costruite come gabbie per conigli, dalle quali molti non vedono l'ora di evadere.
Il settore "moda e bellezza" andrebbe fortemente ridimensionato, visto l'ingente spreco di risorse che comporta per futili motivi(21) e gli effetti collaterali negativi dell'esaltazione dell'apparire sull'essere.
I beni materiali necessari andrebbero progettati affinché durino a lungo, siano riparabili e consentano il recupero e riutilizzo del maggior numero possibile di componenti a fine vita; in sostanza andrebbe scardinata la logica dell'usa e getta che, complice l'attuale convenienza economica, si sta purtroppo estendendo a beni materiali sempre più sofisticati(22). I produttori dei "beni durevoli" (es. elettrodomestici) potrebbero essere incentivati a progettarli per una lunga durata se li noleggiassero, anziché venderli(23).
Andrebbe incentivata la produzione locale, a partire dall'agricoltura e disincentivata la grande distribuzione organizzata: i centri commerciali andrebbero chiusi, perché favoriscono la crescita dei consumi materiali, devastano spazio prezioso24 e sono delle voragini energetiche(25).
La contrazione dei consumi superflui e la moderazione di quelli necessari si tradurrebbe in una riduzione della domanda di mobilità di merci e persone, togliendo ogni ragion d'essere all'attuale continua creazione di infrastrutture viarie in un territorio già abbondantemente cementificato.
In ambito energetico andrebbe potenziata la ricerca nelle tecnologie per le fonti rinnovabili e nell'efficienza energetica.

 

 

6) Quali sfide sociali si aprono in uno scenario economico non più basato sulla crescita di produzione e consumi?(26)

Molto probabilmente la necessaria rivoluzione del sistema di produzione e consumo farebbe saltare la maggior parte degli attuali posti di lavoro e metterebbe in crisi il gettito fiscale su cui si basa lo Stato sociale.
Per ovviare a questo secondo problema, ne "l'Altra via" si suggerisce che i servizi pubblici possano essere erogati gratuitamente dallo Stato ricorrendo ad una "tassazione del tempo" dei cittadini, ma ciò sembra solo in parte compatibile con l'attuale forte specializzazione del lavoro. Ad esempio, tutti possiamo fare a rotazione lo spazzino, ma non tutti il macchinista di un treno, il conduttore di una centrale elettrica, il chirurgo in sala operatoria, poiché tali mansioni richiedono una formazione ed esperienza specifica e consolidata, nonché un esercizio continuativo nel tempo. Per questo motivo la proposta sembra applicabile solo ai servizi pubblici più semplici. Non sembra neppure possibile la fornitura gratuita delle risorse primarie fondamentali (acqua, luce, gas), sia per la necessità di remunerare con denaro chi lavorerebbe stabilmente a tempo pieno per la loro fornitura, sia perché non è chiaro come verrebbero remunerati i Paesi stranieri fornitori di alcune risorse (ad esempio il gas naturale).
In generale, quanto suggerito ne l'"Altra via" ma anche dagli esponenti del movimento della Decrescita somiglia almeno in parte ad un ritorno al passato, ai ritmi ad ai modi di vita di una civiltà più prossima a quella pre-industriale o contadina che a quella attuale, ad un'esistenza vissuta molto più localmente.
Paradossalmente, questa semplificazione del grado di sofisticazione materiale della vita presupporrebbe un grado di maturità, responsabilità ed uno spirito di sacrificio diffuso tra le persone di gran lunga più elevato di quello medio attuale. Infatti, svolgere le proprie pulizie domestiche, coltivare il proprio orto, accudire i propri genitori anziani o quelli degli altri, anziché godersi il proprio tempo libero pagando altri perché svolgano tali compiti, costa fatica e richiede un non indifferente spirito di sacrificio e rinuncia. In generale, un avvocato, un medico, un manager, con un'ora di lavoro in più riesce a pagarsi un'ora di filippina che pulisce la casa e/o un'ora di badante che accudisce i genitori anziani, avanzandosi denaro da spendere in altre attività/divertimenti e/o per comprare qualcosa.
Il consenso al drastico cambiamento di rotta necessario va perciò creato riprendendo ad educare la popolazione alla responsabilità ed all'essenzialità di vita. Può sembrare una strada molto, troppo lunga, una lotta ad armi palesemente impari(27), che probabilmente non riuscirà a scongiurare correzioni di rotta drammatiche, imposte dalla realtà delle cose. Ma almeno in tali frangenti, dove improvvisamente diventano possibili grandi cambiamenti, potrebbe garantire la presenza di persone in grado di guidare gli altri su una rotta migliore di quella attuale.

 

 

 

Note

Le risposte sono state scritte con spirito costruttivo. Se non risultasse chiaro il significato di qualche punto oppure alcune affermazioni sembrassero discutibili, potete scrivere a [email protected]

(1) Cioè si riesca a produrre una quantità di energia meccanica/elettrica enorme seppur limitata, cioè non infinita.

(2) Un semplice esempio è costituito dall'usura dei pneumatici delle automobili, la cui polvere si disperde nel suolo a bordo strada e non è più utilizzabile per costruire nuovi pneumatici. E' un esempio del terzo vincolo fisico precedentemente citato.

(3) Si pensi ad esempio agli oggetti elettronici quali un PC o un orologio.

(4) E purtroppo spesso praticamente impossibile se l'oggetto è stato progettato secondo i criteri dell'"usa e getta".

(5) Composti da materiali biodegradabili in tempi relativamente brevi.

(6) Not In My Back Yard, letteralmente "non (farmelo) nel mio cortile".

(7) Si veda, ad esempio, la catastrofe ambientale ed umana derivante dal primitivo "riciclaggio" della spazzatura elettronica del Mondo Occidentale nella provincia cinese di Guiyu..

(8) Un approccio più razionale al problema dei rifiuti, anche se forse più difficilmente realizzabile, prevede:
- la riduzione dei rifiuti prodotti, eliminando i beni materiali non necessari, applicando la moderazione nel consumo di quelli strettamente necessari e progettando questi ultimi affinché durino a lungo, siano riparabili ed il più possibile disassemblabili a fine vita;
- la pressione su chi gestisce lo smaltimento dei rifiuti perché privilegi, per quanto possibile, il loro effettivo riutilizzo.
Risulterebbe automaticamente ridotta al minimo possibile la necessità di ricorrere a discariche ed inceneritori.

(9) Trascuriamo, per semplicità, il fatto che una parte del risparmio energetico teorico è spesso subito annullata dalla tendenza ad utilizzare elettrodomestici di maggiore capacità (es. frigoriferi) o per la disattenzione nello spegnere l'illuminazione quando non serve, perché tanto "consuma poco".

(10) Si pensi ad esempio agli "ecoincentivi" per la rottamazione delle automobili

(11) Sono centrali idroelettriche costituite da due bacini d'acqua posti a quote diverse. Nei periodi in cui l'energia elettrica prodotta dalle altre centrali non è interamente consumata dalle utenze, il surplus di energia può essere utilizzato per pompare l'acqua dal bacino di valle verso quello di monte. Viceversa, nei periodi in cui la domanda di energia eccede la produzione delle altre centrali, si può lasciar defluire l'acqua dal bacino di monte verso quello di valle attraverso turbine idrauliche che generano energia elettrica. Attualmente le centrali di pompaggio sono principalmente utilizzate per
accumulare energia di notte, quando la domanda delle utenze è minima, ed erogarla di giorno, quando la domanda è massima e l'energia è meglio remunerata.

(12) Si veda l'Atlante Eolico (http://atlanteeolico.erse-web.it/viewer.htm) e l'Atlante Solare (ad esempio http://re.jrc.ec.europa.eu/pvgis/).

(13) Naturalmente dopo aver ridotto la necessità di spostamento di merci/persone e massimizzato la quota su rotaia.

(14) Purtroppo, il sequestro della CO2 (che significa rimozione della CO2 dai fumi di combustione, sua compressione ed iniezione nel sottosuolo in formazioni geologiche stabili) riduce significativamente il rendimento di conversione dell'energia fossile in elettrica, aumentando l'energia fossile necessaria per produrre un'unità di energia elettrica, cioè accelerando la rapidità d'esaurimento dei combustibili fossili.

(15) Consentono di riscaldare gli edifici recuperando energia termica a bassa temperatura che altrimenti sarebbe dispersa nell'ambiente dalle centrali. E' un esempio di applicazione della "cogenerazione".

(16) Comunque limitate al 6% circa dell'energia trasportata dalla rete.

(17) La discriminazione tra necessario e superfluo appare sempre più complessa, a meno di non essere disposti alla drastica semplificazione che deriverebbe dal ritorno ad una civiltà "pre-industriale".

(18) Tra l'altro ci eviteremmo di pagare una delle due "tasse" che oggi versiamo di buon grado (l'altra è quella per superenalotto, "gratta e vinci" ed affini), ed un ingente spreco di risorse.

(19) Modificandone la sostanza e non prendendo "scorciatoie" ridicole quale, ad esempio, quella di pagare taxi che riportino i nottambuli a casa all'alba.

(20) Non si tratta di non muoversi più da casa, ma piuttosto di ridurre la frequenza dei viaggi turistici, rinunciando a quelli in aereo e limitando il più possibile l'uso dell'automobile.

(21) Si pensi, ad esempio, alle risorse sprecate in spot, cartelloni pubblicitari, pagine di giornale ecc. per la promozione di un profumo. Ed a tutti i capi d'abbigliamento che si dismettono non perché usurati, ma perchè fuori moda.

(22) Che fate se vi si rompe una stampante per PC o un cellulare fuori garanzia? Li riparate/fate riparare o ne comperate di nuovi?

(23) Rimane però aperto il problema dell'obsolescenza tecnologica, in particolare nel campo dell'elettronica.

(24) Spesso suolo agricolo vergine, che viene lastricato di cemento e catrame.

(25) Per m2 utilizzato, un centro commerciale consuma in un anno una quantità d'energia elettrica di uno/due ordini di grandezza superiore a quella di un appartamento, a causa della intensa illuminazione, della climatizzazione delle ampie volumetrie, dei banchi frigo e freezer aperti…

(26) La risposta a questa domanda è solo abbozzata; verrà meglio sviluppata nelle successive risposte.

(27) Considerata l'enorme potenza di fuoco dei mezzi di comunicazione di massa, che, nel loro insieme, remano nella direzione opposta.