C'è ancora spazio per la crescita? (Gruppo Pontedera)

1) Quali sono gli elementi di crisi, sul piano delle risorse, della contaminazione ambientale, delle disparità sociali, che mettono in crisi la crescita?

Tutti concordano che il petrolio si avvia all’esaurimento (o meglio al picco produttivo, dopo il quale i costi di estrazione iniziano a crescere progressivamente). In termini pratici il raggiungimento del picco significa la fine della disponibilità di petrolio a basso prezzo (a volte viene confuso con la fine del petrolio in quanto risorsa).

Il trend di deterioramento ambientale è serio su tutti i piani (acqua, aria, terra) e deve essere arrestato. Oltre l'impatto sull'ambiente, il modello di sviluppo occidentale (capitalista) non ha reso più equa la distribuzione del reddito tra le persone; è stato rilevato che la concentrazione del reddito in strati ristretti di popolazione non genera più un incremento del benessere (o felicità), neppure tra le fasce più abbienti di popolazione, che si sentono più insicure.

 

2a) Le fonti rinnovabili potranno fornirci la stessa energia che ci hanno fornito i combustibili fossili?

La domanda sembra voler valutare la possibilità di mantenere l’attuale modello di vita e di consumo, ma l’ordine logico del ragionamento deve essere diverso: dovrà essere utilizzata l’energia rinnovabile ottenibile con le tecniche disponibili nel rispetto dei ritmi naturali e umani, l’organizzazione della società si adatterà all’energia così ottenibile.

L'energia solare ha grandi potenzialità, ma occorrono ulteriori passi avanti nella ricerca e innovazione per sviluppare tecniche di sfruttamento dell'energia solare maggiormente efficienti. Al momento non è possibile ottenere la stessa energia fornita dalle fonti fossili e occorre realizzare sistemi efficienti di accumulo che ne riducano la variabilità in termini di potenza istantanea ottenibile.

 

2b) L'efficienza potrà bastare a sopperire la riduzione energetica e la scarsità di risorse prossime venture? Anche se avessimo energia in abbondanza gli altri aspetti (risorse e rifiuti) consentono l'espansione ad oltranza di produzione e consumi?

L'efficienza pur fondamentale e per il cui miglioramento è possibile ancora fare molta strada, non può bastare, occorre introdurre nuovi principi di sobrietà negli stili di vita delle persone.

L’espansione ad oltranza di produzione e consumi non è possibile in un mondo finito.

 

3) Quale politica di utilizzo dei combustibili fossili residui in un ottica di transizione energetica e di riduzione della CO2?

L'energia fossile dovrebbe essere utilizzata a sostegno delle energie rinnovabili, per far fronte a picchi di domanda di energia o per compensare gli sbalzi di potenza eccessivi che si possono realizzare nella rete elettrica a seguito dell’intermittenza delle principali fonti rinnovabili (sole, vento)

 

4) Quali settori produttivi privilegiare, ridimensionare, trasformare, in un'ottica di sostenibilità?

La piccola impresa, largamente presente e radicata in Italia, appare un punto di forza su cui l'Italia può far leva per il passaggio ad un'economia di prossimità e vicinato; tra l'altro, anche le energie rinnovabili si prestano particolarmente ad una gestione decentralizzata, diffusa sul territorio, dove ciascun gruppo/comunità produce l'energia necessaria la proprio fabbisogno (contrariamente alle energie fossili che invece hanno dato vita ad un modello accentrato, dove l'energia prodotta in grandi complessi industriali viene immessa in rete e distribuita). Entro una certa misura, ognuno diviene responsabile per la copertura dei propri fabbisogni e disponibile a condividere con gli altri consumatori le eventuali eccedenze di produzione.

L’alimentazione deve divenire gradualmente prevalentemente vegetariana, locale e stagionale, per evitare sprechi di risorse, La Pubblica Amministrazione gestisce molti spazi e servizi e deve assumere un ruolo guida essenziale in questo processo di transizione verso una diversa impostazione sociale ed economica, fondata su criteri di sostenibilità. Le transition town rappresentano un esempio da imitare.

 

5) Quali ambiti di consumo dovranno subire i ridimensionamenti e le trasformazioni più marcate in un'ottica di sostenibilità?

Per entrare in una visione e dimensione più sobria del mondo, occorre una scossa decisa (come fu in qualche misura lo shock petrolifero del 1973), perché tutto il sistema attuale tende ad auto-alimentare i meccanismi di consumo e la ricerca di un loro incremento. E’ come una macchina lanciata a piena velocità, che non si riesce più a fermare anche se ci accorgiamo che ci sta portando verso una probabile fine. I settori da ridimensionare maggiormente saranno quello del trasporto privato (che deve essere ridotto a favore del trasporto pubblico, possibilmente ad alimentazione elettrica), dei viaggi intercontinentali, dell’abbigliamento (basato sulla moda e non sui bisogni reali), della ristorazione; più in generale bisognerà organizzare un mercato (o meglio un sistema) locale che riesca a soddisfare la maggior parte dei bisogni della popolazione residente.

L’industria degli armamenti che dilapida ingentissime risorse deve essere riconvertita, nuovi indicatori devono essere presi a riferimento a tutti i livelli per valutare l’andamento economico e sociale di nazioni e realtà territoriali.

 

6) Quali sfide sociali si aprono in uno scenario economico non più basato sulla crescita di produzione e consumi?

La crescita sul modello occidentale è manifestamente non sostenibile, in quanto utilizza più risorse rispetto alla capacità di rigenerazione del pianeta, quindi non utilizzabile come modello per lo sviluppo dei paesi del Terzo e Quarto Mondo. Dare spazio e opportunità a tutti significa quindi modificare il modello di sviluppo occidentale riducendone l'impatto ambientale.

In un sistema basato sul denaro, si è condizionati a ottenere/mantenere il (proprio) lavoro ‘salariato’, inteso come possibilità di procurarsi le risorse necessarie e le opportunità di crescita individuale – Inoltre, c’è l’idea che la crescita sia sinonimo di sviluppo umano, sulla base di una concezione lineare della storia, per cui lo sviluppo sociale dell’umanità è immaginato come strettamente connesso alla crescita della produzione di beni.

Occorre anche dare un nuovo senso della vita alle persone, che nell’ultimo cinquantennio in particolare hanno vissuto finalizzando gran parte della propria esistenza al mito del consumo e della ricchezza materiale. Devono anche cambiare i parametri di valore che rendono la società odierna fortemente diseguale; in questo senso, sono molto interessanti (e al contempo difficili da riproporre su larga scala) le esperienze di banca del tempo, in quanto parificano il tempo che le persone mettono a disposizione, indipendentemente dalla professionalità posseduta (un’ora di un ingegnere uguale all’ora di un cameriere).

La sobrietà deve nascere da un convincimento interiore, per cui occorre rendere appetibile e affascinante una nuova dimensione di vita, lavorando di più (forse) sui concetti di limiti dello sviluppo e di transitorietà della vita ciascuna persona.